Specializzazione Intelligente

COSA PREVEDE?

Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, in attuazione del decreto del 14 settembre 2023 firmato dal ministro Urso, ha fissato i termini di apertura e le modalità di presentazione delle domande riguardanti i progetti di ricerca e sviluppo sperimentale delle imprese localizzate nelle regioni Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, coerenti con la “Strategia nazionale di Specializzazione intelligente”.

L’intervento, attivato nell’ambito del Fondo per la crescita sostenibile, ha uno stanziamento di oltre 470 milioni di euro, di cui 328 milioni per la concessione di finanziamenti agevolati e 145 milioni per i contributi diretti alla spesa.

BENEFICIARI

Dal 10 luglio, le imprese di qualsiasi dimensione che esercitano attività:

  • industriali,
  • agroindustriali,
  • artigiane,
  • di servizi all’industria,
  • di ricerca

potranno presentare istanza per l’accesso agli incentivi allo sportello online di Mediocredito centrale, gestore della misura per conto del Ministero.

Già a partire dal 25 giugno i soggetti interessati potranno precompilare le domande.

L’apertura della procedura agevolativa prevede il concorso di Cassa Depositi e Prestiti e delle banche finanziatrici convenzionate aderenti all’Associazione Bancaria Italiana.

PROGETTI

I progetti, che possono essere realizzati anche in forma congiunta tra più imprese, devono prevedere attività di ricerca industriale e sviluppo sperimentale che facciano utilizzo di tecnologie abilitanti fondamentali (KETs), in particolare:

  • nanotecnologia e materiali avanzati,
  • fotonica e micro/nano elettronica,
  • sistemi avanzati di produzione,
  • tecnologie delle scienze della vita,
  • intelligenza artificiale,
  • connessione e sicurezza digitale.

LE SPESE E I FINANZIAMENTI

Le spese e i costi ammissibili non devono essere inferiori a 3 milioni di euro e superiori a 20 milioni.

L’accesso alle agevolazioni avverrà mediante procedura negoziale.

I finanziamenti agevolati sono concessi per una percentuale massima del 50% delle spese e dei costi ammissibili per le grandi imprese e del 40% per le piccole e medie imprese.

Gli incentivi concessi nella forma del contributo diretto alla spesa sono articolati sulla base della dimensione dell’impresa proponente:

  • 30% per le piccole imprese,
  • 25% per le medie imprese,
  • 15% per le grandi imprese.

ZES Unica

DEFINIZIONE DI ZES

Per Zona economica speciale (ZES) si intende una zona delimitata del territorio dello Stato nella quale l’esercizio di attività economiche e imprenditoriali da parte delle aziende già operative e di quelle che si insedieranno può beneficiare di speciali condizioni in relazione agli investimenti e alle attività di sviluppo d’impresa.

Dal 1° gennaio 2024 è istituita la Zona economica speciale per il Mezzogiorno – ZES unica – che ricomprende i territori delle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia, Sardegna.

Il Piano strategico della ZES unica ha durata triennale e definisce, anche in coerenza con il PNRR, la politica di sviluppo della ZES unica, individuando, anche in modo differenziato per le regioni che ne fanno parte, i settori da promuovere e quelli da rafforzare, gli investimenti e gli interventi prioritari per lo sviluppo della ZES unica e le modalità di attuazione.

BENEFICIARI

  • Tutte le imprese (comprese le imprese attive nel settore della produzione primaria di prodotti agricoli, nel settore della pesca e dell’acquacoltura e nel settore della trasformazione e della commercializzazione di prodotti agricoli, della pesca e dell’acquacoltura);

ESCLUSIONI

  • soggetti che operano nei settori dell’industria siderurgica, carbonifera e della lignite, dei trasporti e delle relative infrastrutture, della produzione, dello stoccaggio, della trasmissione e della distribuzione di energia e delle infrastrutture energetiche, della banda larga nonchè ai settori creditizio, finanziario e assicurativo.

Le imprese beneficiarie devono mantenere la loro attivita’ nelle aree d’impianto, ubicate nelle zone assistite nelle quali è stato realizzato l’investimento oggetto di agevolazione, per almeno 5 anni dopo il completamento dell’investimento medesimo.

AGEVOLAZIONE

Contributo, sotto forma di credito d’imposta, nella misura massima consentita dalla medesima Carta degli aiuti a finalita’ regionale 2022-2027.

REGIONIPiccole imprese (fino ai 50 milioni di investimento)Medie imprese (fino ai 50 milioni di investimento)Grandi imprese (e PMI oltre i 50 milioni di investimento)
Abruzzo (zone assistite)35%25%15%
Molise50%40%30%
Sardegna50%40%30%
Sardegna (area transizione giusta)60%50%40%
Campania60%50%40%
Puglia60%50%40%
Puglia (area transizione giusta)70%60%50%
Basilicata50%40%30%
Calabria60%50%40%
Sicilia60%50%40%

Il credito d’imposta è commisurato alla quota del costo complessivo dei beni acquistati o, in caso di investimenti immobiliari, realizzati dal 1° gennaio 2024 al 15 novembre 2024 nel limite massimo, per ciascun progetto di investimento, di 100 milioni di euro.

Per gli investimenti effettuati mediante contratti di locazione finanziaria, si assume il costo sostenuto dal locatore per l’acquisto dei beni; tale costo non comprende le spese di manutenzione.                                                                                                  

Non sono agevolabili i progetti di investimento di importo inferiore a 200.000 euro.

Se i beni oggetto dell’agevolazione non entrano in funzione entro il secondo periodo d’imposta successivo a quello della loro acquisizione o ultimazione, il credito d’imposta è rideterminato escludendo dagli investimenti agevolati il costo dei beni non entrati in funzione.

Se, entro il quinto periodo d’imposta successivo a quello nel quale sono entrati in funzione, i beni sono dismessi, ceduti a terzi, destinati a finalità estranee all’esercizio dell’impresa ovvero destinati a strutture produttive diverse da quelle che hanno dato diritto all’agevolazione, il credito d’imposta è rideterminato escludendo dagli investimenti agevolati il costo dei beni anzidetti.

Per i beni acquisiti in locazione finanziaria, le disposizioni di cui al presente comma si applicano anche se non viene esercitato il riscatto.

Per i progetti di investimento con costi ammissibili superiori a 50 milioni di euro l’importo dell’aiuto deve essere calcolato secondo la metodologia dell’«importo di aiuto corretto».

INTERVENTI AMMESSI

Sono agevolabili gli investimenti, facenti parte di un progetto di investimento iniziale realizzati dal 1° gennaio 2024 al 15 novembre 2024, relativi all’acquisto, anche mediante contratti di locazione finanziaria, di nuovi macchinari, impianti e

attrezzature varie destinati a strutture produttive già esistenti o che vengono impiantate nella ZES unica, nonché all’acquisto di terreni e all’acquisizione, alla realizzazione ovvero all’ampliamento di immobili strumentali agli investimenti ed effettivamente utilizzati per l’esercizio dell’attività nella struttura produttiva.

SPESE AMMISSIBILI

Acquisto, anche mediante contratti di locazione finanziaria, di nuovi macchinari, impianti e attrezzature varie destinati a strutture produttive già esistenti o che vengono impiantate nella ZES unica, nonché all’acquisto di terreni e all’acquisizione, alla realizzazione ovvero all’ampliamento di immobili strumentali agli investimenti ed effettivamente utilizzati per l’esercizio dell’attività nella struttura produttiva.        

Gli investimenti in beni immobili strumentali sono agevolabili anche se riguardanti beni già utilizzati dal dante causa o da altri soggetti per lo svolgimento di un’attività economica, fermo restando quanto previsto dagli articoli 2, punti 49, 50 e 51, e 14 del regolamento (UE) n. 651/2014., del 17 giugno 2014.

Ai fini della determinazione del momento in cui gli investimenti si considerano effettuati e del valore dei beni agevolabili si tiene conto delle disposizioni di cui agli articoli 109, commi 1 e 2, e 110 del Testo unico delle imposte sui redditi.

 Il valore dei terreni e dei fabbricati ammessi all’agevolazione non può superare il 50% del valore complessivo dell’investimento agevolato.

Ai fini del presente decreto, sono agevolabili esclusivamente le acquisizioni avvenute tra soggetti tra i quali non debbono sussistere rapporti di controllo o di collegamento di cui all’articolo 2359 del Codice civile e, comunque, realizzate a condizioni di mercato.

Fermo restando il limite complessivo di spesa di cui all’articolo 1, comma 2, il credito d’imposta è commisurato alla quota del costo complessivo dei beni indicati nel comma 1, nel limite massimo, per ciascun progetto di investimento, di 100 milioni di euro. Per gli investimenti effettuati mediante contratti di locazione finanziaria, si assume il costo sostenuto dal locatore per l’acquisto dei beni al netto delle spese di manutenzione.

Non sono agevolabili i progetti di investimento il cui costo complessivo sia inferiore a 200.000 euro.

CUMULABILITA’

Il credito d’imposta è cumulabile con aiuti de minimis e con altri aiuti di Stato che abbiano ad oggetto i medesimi costi ammessi al beneficio, a condizione che tale cumulo non porti al superamento dell’intensità o dell’importo di aiuto più elevati consentiti dalle pertinenti discipline europee di riferimento.

PROCEDURA D’ACCESSO

Per accedere al contributo sotto forma di credito d’imposta, i soggetti interessati comunicano all’Agenzia delle entrate, dal 12 giugno al 12 luglio 2024, l’ammontare delle spese ammissibili sostenute dal 1° gennaio 2024 e quelle che prevedono di sostenere fino al 15 novembre 2024.

Ai fini del rispetto della dotazione massima disponibile, una volta chiuso lo sportello, entro dieci giorni sarà comunicato l’eventuale riparto.

I soggetti che hanno validamente presentato la comunicazione e hanno realizzato investimenti per un ammontare inferiore a quello ivi indicato comunicano all’Agenzia delle entrate, dal 3 febbraio 2025 al 14 marzo 2025, l’ammontare effettivo degli investimenti realizzati e il relativo credito d’imposta maturato.

Ai fini del riconoscimento del credito d’imposta, l’effettivo sostenimento delle spese ammissibili e la corrispondenza delle stesse alla documentazione contabile predisposta dall’impresa devono risultare da apposita certificazione rilasciata dal soggetto incaricato della revisione legale dei conti.

       

Sei un giovane imprenditore? Scopri Resto al SUD 2.0

COSA PREVEDE?

Resto al Sud, nella forma già esistente, è un incentivo gestito da Invitalia, che sostiene la nascita e lo sviluppo di nuove attività imprenditoriali nelle Regioni del mezzogiorno d’Italia e in altre zone svantaggiate. Nello specifico il DL Coesione prevede l’istituzione di una misura specifica, denominata Resto al Sud 2.0.

L’agevolazione prevede l’accesso al finanziamento per le iniziative economiche che siano finalizzate all’avvio delle attività di:

  • lavoro autonomo;
  • libero professionali;
  • imprenditoriali.

Le suddette attività possono essere organizzate in forma individuale o collettiva, ivi comprese quelle che prevedono l’iscrizione ad ordini o collegi professionali.

Le attività che possono accedere ai contributi, nel primo periodo, possono essere avviate in forma individuale attraverso l’apertura di una partita Iva, che può essere utilizzata per la costituzione di un’impresa individuale o per lo svolgimento di un’attività da libero professionista.

 Le attività possono essere svolte anche attraverso la costituzione delle seguenti società:

  • in nome collettivo;
  • in accomandita semplice;
  • a responsabilità limitata;
  • cooperative;
  • tra professionisti.

DESTINATARI DELL’AGEVOLAZIONE

I destinatari dell’intervento sono:

  • persone giovani di età inferiore ai trentacinque anni;
  • persone disoccupate da almeno dodici mesi;
  • persone in condizioni di marginalità, vulnerabilità sociale e discriminazione, come definiti dal Piano nazionale giovani, donne e lavoro;
  • persone inattive, come definite dal Piano nazionale giovani, donne e lavoro;
  • donne inoccupate, inattive e disoccupate;
  • disoccupati beneficiari di ammortizzatori sociali destinatari delle misure del programma di politica attiva Garanzia di occupabilità dei lavoratori GOL.

ENTITA’ E FORME DELL’AGEVOLAZIONE

L’agevolazione consiste in:

  • un voucher di avvio in regime de minimis, con importo massimo di 40.000 euro. Nel caso in cui vengano effettuati degli acquisti di beni e servizi innovativi, tecnologici e digitali o altri beni diretti che possano servire ad assicurare la sostenibilità ambientale o il risparmio energetico, il voucher è pari a 50.000 euro;
  • un contributo in regime de minimis per programmi di spesa del valore fino a 120.000 euro. In questo caso è previsto un contributo a fondo perduto pari al 75% per avviare l’attività;
  • un contributo, anche questo in regime de minimis, per sostenere i programmi di spesa oltre i 120.000 euro e fino ai 200.00 euro. In questo caso è prevista l’erogazione di un contributo a fondo perduto fino al 70% per avviare l’attività.

SPESE AMMISSIBILI

Sono ammissibili le seguenti iniziative:

  • erogazione di servizi di formazioni e di accompagnamento alla progettazione preliminare per l’avvio delle attività oggetto dell’avviso su base territoriale e di concerto con le Regioni interessate, in coerenza con il Programma Giovani, Donne e Lavoro e con il programma GOL;
  • tutoraggio, finalizzato all’incremento delle competenze e al supporto dei soggetti destinatari della misura nell’avvio e nello svolgimento delle attività oggetto dell’avviso;
  • interventi di sostegno consistenti nella concessione di incentivi in favore dei soggetti destinatari per l’avvio delle attività oggetto dell’avviso.

Azioni di politica attiva “Garanzia IN” autoimprenditorialità

FINALITÀ

Obiettivo della presente azione è la collocazione di soggetti iscritti alle liste di cui alla L.68/99 attraverso percorsi di autoimprenditorialità nel quadro degli interventi di politica attiva del lavoro mediante l’utilizzo delle risorse appostate sul Fondo Regionale per l’occupazione dei disabili di cui alla medesima legge.

Saranno destinate le dotazioni stanziate ad iniziative imprenditoriali, anche sperimentali, rivolte ai soggetti iscritti nelle liste di cui alla medesima legge, tese a favorire scelte di lavoro autonomo o di costituzioni di società di piccole dimensioni comprese le cooperative. Nello specifico la Regione intende favorire e stimolare la progettazione e la realizzazione delle attività imprenditoriali sia individuali che cooperative per migliorare l’accesso all’occupazione dei soggetti iscritti alle liste di cui alla L. 68/99

SOGGETTI BENEFICIARI

Sono tutti ed esclusivamente, pena l’inammissibilità al finanziamento, i soggetti iscritti alle liste di cui alla L.68/99 (disabili e categorie protetta) residenti nel territorio della Regione Campania che alla presentazione dell’istanza di partecipazione all’Avviso risultino in stato di disoccupazione ai sensi della Circ. ANPAL 1/2019 e non titolari di Partita Iva anche se non movimentata.

È, tuttavia condizione necessaria per l’accesso al finanziamento, che il proponente, qualora avesse in essere un contratto di lavoro che consente il mantenimento dello status di disoccupato, non abbia nessun rapporto di lavoro (contratto di collaborazione e contratto di assunzione a tempo determinato) in essere al momento della firma dell’atto di impegno.

FORMA GIURIDICO-ORGANIZZATIVA

La realizzazione dell’iniziativa deve avvenire esclusivamente nella forma di ditte individuali e società; per società si intendono le s.r.l., anche a socio unico, le società in accomandita semplice, le società in nome collettivo, le società cooperative che dovranno essere costituite entro 30 gg. dall’ammissione al contributo dei soggetti beneficiari con le seguenti caratteristiche:

  • le società in accomandita semplice dovranno essere costituite con la maggioranza dei soci accomandatari, per teste e quote, aventi i requisiti riportati nell’Avviso;
  • le società in nome collettivo dovranno essere costituite con la maggioranza dei soci per teste e quote aventi i requisiti riportati nell’Avviso;
  • le società cooperative costituite con la maggioranza dei soci per teste e per quote aventi i requisiti del presente avviso.

Il contributo a fondo perduto è erogato al singolo soggetto. Non è previsto nell’avviso un numero massimo di soci, ma sulla base dei monitoraggi effettuati sull’andamento del precedente avviso di autoimprenditorialità, il numero ottimale di componenti della forma societaria per la sostenibilità dell’iniziativa dovrebbe essere contenuto nel range 4-6 soci.

SERVIZI REALI

Ciascun soggetto interessato provvederà a presentare l’istanza di adesione alla politica attiva (ALL. A dell’avviso) al competente ufficio di collocamento mirato al fine di essere inserito nei percorsi di orientamento ed accompagnamento.

In particolare, i servizi reali erogati con il supporto di Sviluppo Campania S.p.A. si concretizzano in:

  • Screening, in collaborazione con gli uffici di collocamento mirato territorialmente competenti, dei profili professionali e delle competenze dei potenziali lavoratori beneficiari dell’intervento;
  • incontri collettivi seminariali, nei quali si esaminano i diversi aspetti di gestione di un’impresa (organizzazione, mercato, ecc.) e si apprende come trasformare correttamente la propria idea imprenditoriale in un vero e proprio progetto d’impresa;
  • colloqui personalizzati per un’analisi più specifica ed approfondita della singola idea progetto e di accompagnamento alla stesura del progetto d’impresa;
  • consulenza specialistica alla stesura del progetto di impresa.

TIPOLOGIE DI INVESTIMENTI AGEVOLABILI

Sono ammissibili le imprese che operino o che prevedano di operare nei settori definiti dai codici Ateco 2007 con l’esclusione dei seguenti settori:

  • pesca e acquacoltura che rientrano nel campo di applicazione del Regolamento (CE) 104/2000 del Consiglio;
  • produzione primaria dei prodotti agricoli di cui all’allegato I del Trattato;
  • trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli elencati nell’allegato I del Trattato;
  • esportazione verso paesi terzi o Stati membri o altre spese correnti connesse con l’attività di esportazione;
  • costruzione navale;
  • siderurgia, così come definito nell’allegato B della disciplina multisettoriale degli aiuti regionali destinati ai grandi progetti d’investimento di cui alla Comunicazione numero C (2002) 315, pubblicata nella GUCE C70 del 19/03/2002;
  • fibre sintetiche.

FORMA E INTENSITA’ DELLE AGEVOLAZIONI CONCEDIBILI

Le agevolazioni sono concesse sotto forma di incentivo a fondo perduto erogata in un’unica soluzione.

L’intensità dell’incentivo individuale è di Euro 25.000,00 pro-capite.

SPESE AMMISSIBILI

Le spese ammissibili sono quelle relative agli:

  • Investimenti

Sono ammissibili le spese relative all’acquisto di attrezzature ed altri beni materiali e immateriali a utilità pluriennale. I beni e le attrezzature devono essere direttamente collegati al ciclo produttivo, nuovi di fabbrica o usati (da rivenditori autorizzati e non da privati) a condizione che non siano stati oggetto di precedenti agevolazioni pubbliche e offrano idonee e comprovate garanzie di funzionalità.

Non sono, invece, ammissibili all’incentivo le spese per l’acquisto di terreni, nonché per la costruzione, ristrutturazione e acquisto, anche mediante locazione finanziaria, di immobili. Non è ammissibile l’IVA sull’acquisto dei beni di investimento.

  • Spese di esercizio

Sono ammissibili per il primo anno di esercizio dell’attività le spese che saranno effettivamente sostenute per l’acquisto di materie prime, semilavorati – prodotti finiti, utenze e canoni di locazione per immobili nella misura del 25% delle spese di investimento; l’incentivo individuale totale (investimento più spese di esercizio), comunque non può superare Euro 25.000,00 pro-capite.

Non sono ammissibili all’incentivo le spese per prestazioni di servizi e per stipendi e salari. Non è ammissibile l’IVA sulle spese di esercizio. Non sono ammissibili all’incentivo le spese per gli investimenti e le spese di esercizio sostenute anteriormente alla data del provvedimento di ammissione alle agevolazioni.

MODALITA’ DI AMMISSIONE AL CONTRIBUTO

Al termine del percorso di orientamento ed accompagnamento all’autoimprenditorialità, i partecipanti compileranno la domanda di ammissione all’incentivo, fornita dai funzionari di Sviluppo Campania durante il percorso di accompagnamento alla progettazione.
La domanda di incentivo dovrà essere redatta secondo lo schema prestabilito e sarà comprensiva della modulistica allegata alla stessa domanda tra cui i preventivi dei beni di investimento.
La domanda, dovrà essere presentata, previa sottoscrizione ed allegando documento di riconoscimento in vigore (carta d’identità o passaporto).
La domanda di ammissione dovrà essere sottoscritta e presentata dal futuro rappresentante legale risultante da una dichiarazione congiunta di impegno alla futura nomina, pena l’esclusione.
Qualora la domanda di contributo sia non conforme allo standard di format approvato con l’avviso pubblicato sul BURC o risulti priva di uno o più allegati, il proponente sarà convocato dal competente servizio di collocamento mirato oppure da Sviluppo Campania per illustrare le necessarie integrazioni, che dovranno essere presentate entro 10 (dieci) giorni dalla convocazione.
Qualora il suddetto termine non fosse rispettato, la domanda è esclusa dalla valutazione di ammissibilità al contributo.

MODALITA DI SELEZIONE DEI PROGETTI

Sviluppo Campania effettua l’esame delle domande di contributo ammesse alla fase di valutazione tecnico – economica e finanziaria delle proposte. L’attività di istruttoria, di valutazione e di selezione delle candidature ammissibili a finanziamento, è effettuata secondo le date di presentazione delle istanze agli uffici di collocamento mirato territorialmente competenti, fino ad esaurimento della dotazione finanziaria prevista dall’Avviso. Qualora nello svolgimento dell’attività di istruttoria si ravvisa la necessità di chiarimenti e/o integrazioni, Sviluppo Campania, in collaborazione con gli uffici di collocamento mirato competente, assegna un congruo tempo, comunque non superiore a dieci giorni, secondo le modalità indicate nei precedenti paragrafi, affinché il soggetto proponente vi provveda. Trascorso inutilmente il tempo assegnato, la domanda è esclusa dalla fase di valutazione e, pertanto, dichiarata non ammissibile.

CRITERI DI SELEZIONE DEGLI INTERVENTI

Le domande di accesso alle agevolazioni vengono istruite da Sviluppo Campania S.p.A. con il supporto tecnico degli uffici di collocamento mirato territorialmente competenti secondo l’ordine cronologico di presentazione e, solo se complete di tutta la documentazione richiesta, sono sottoposte ad un esame di ammissibilità, mediante la verifica delle seguenti 3 aree di valutazione:

  • coerenza tra le attività svolte e le competenze ed esperienze professionali e tecniche del proponente ed il progetto, tenuto conto, altresì, delle risultanze del fascicolo personale del soggetto agli atti degli uffici di collocamento mirato competenti per territorio. In sintesi, le attitudini e le capacità del proponente sono analizzate in riferimento agli studi effettuati e/o alle precedenti esperienze lavorative, anche occasionali, che siano in linea con l’iniziativa proposta;
  • adeguatezza del progetto al mercato di riferimento, l’iniziativa proposta risulta fattibile se è concretamente attuabile e se non sussistono ostacoli all’ottenimento degli adempimenti burocratico-amministrativi necessari all’avvio dell’attività;
  • validità e sostenibilità tecnica, economica e finanziaria del progetto, anche in riferimento alla ammissibilità e pertinenza delle spese relative al programma di investimento presentato, in sintesi si valuta la redditività in base alla capacità dell’iniziativa di produrre ricavi che garantiscono l’autosostentamento e che costituiscano reale fonte di reddito per il proponente.

Al termine della valutazione saranno ammissibili le domande che avranno ottenuto un giudizio positivo in tutte le aree di valutazione.
Sviluppo Campania trasmetterà alla Direzione Generale per l’Istruzione, la Formazione, il Lavoro e le Politiche giovanili un prospetto generale con allegato l’esito dei progetti istruiti. La DG Lavoro provvederà ad emettere un decreto di ammissione e non ammissione del contributo, che sarà pubblicato sul sito della Regione Campania e di Sviluppo Campania.

MODALITA’ DI RENDICONTAZIONE E RICONOSCIMENTO DELLA SPESA

L’IVA è una spesa non ammissibile.
Per il riconoscimento delle spese, deve essere allegata attestazione comprovata (DSAN) dalla pertinente documentazione, necessaria ad effettuare i successivi controlli, rilasciata dal legale rappresentante o da persona delegata, del soggetto beneficiario, secondo gli schemi forniti dalla Regione Campania, ove risulti, tra l’altro, che:

  • sono state adempiute tutte le prescrizioni di legge regionale e nazionale ed in particolare quelle in materia fiscale;
  • la spesa sostenuta è ammissibile, pertinente e congrua, ed è stata effettuata entro i termini di ammissibilità previsti dal bando;
  • non sono stati ottenuti né richiesti ulteriori rimborsi, contributi ed integrazioni di altri soggetti, pubblici o privati, nazionali, regionali, provinciali e/o comunitari (ovvero sono stati ottenuti o richiesti quali e in quale misura), per il programma di investimenti finanziato;
  • (solo per l’attestazione di spesa finale) il completamento delle attività progettuali è avvenuto nel rispetto degli obiettivi di progetto e di misura prefissati.

I pagamenti dei titoli di spesa, ai fini della tracciabilità, possono essere regolati tramite bonifico bancario, assegno circolare, carta di credito, ricevuta bancaria cumulativa; qualsiasi altro strumento di pagamento o il pagamento in contanti non saranno riconosciuti.
Tutti i giustificativi comprovanti la spesa effettivamente sostenuta dal soggetto beneficiario dell’aiuto devono essere disponibili per le attività di verifica e controllo e, quindi, conservati, per le medesime finalità, per almeno 3 anni dall’erogazione del contributo.

Per gli acquisti con carta di credito, unitamente alla fattura d’acquisto, dovrà essere forniti l’estratto del conto corrente in cui sia visibile:

  • l’intestatario del conto corrente (in caso di società intestata ad essa);
  • addebito delle operazioni.

Per gli acquisti con ricevuta bancaria dovrà essere fornito, unitamente alla fattura d’acquisto, l’estratto del conto corrente in cui sia visibile:

  • la causale dell’operazione con il riferimento alla fattura pagata;
  • il codice identificativo dell’operazione.

TRACCIABILITA’ DEI FLUSSI FINANZIARI

La richiesta di erogazione sarà oggetto di istruttoria da parte di Sviluppo Campania sia documentale/amministrativa affinché il conto corrente indicato nella richiesta di erogazione coincida con il beneficiario/società costituita nel rispetto delle norme della legge 13 agosto 2010, n. 136 come modificato dalla legge n. 217/2010 di conversione del decreto legge n. 187/2010 e ss.mm., sia di tipo fisico al fine di constatare in loco la realizzazione degli investimenti.

MODIFICHE E VARIAZIONI

Il progetto presentato in fase di candidatura non può essere modificato negli obiettivi, attività e risultati attesi in corso di esecuzione.
Ai fini del mantenimento dell’incentivo, tutte le variazioni riguardanti l’impresa beneficiaria, il soggetto fornitore dei servizi e/o il relativo progetto ammesso a contributo vanno comunicate in modo tempestivo al soggetto attuatore, per la preventiva autorizzazione, pena il loro non riconoscimento.

REVOCHE

Sono previsti i seguenti casi di revoca e di restituzione, ove concesso, dell’incentivo:

  • gli attivi materiali o immateriali oggetto di incentivo vengano distolti dall’uso previsto prima di tre anni dalla data di erogazione dell’incentivo;
  • qualora il progetto ammesso alle agevolazioni non venga ultimato entro i termini previsti dal par.18; possono essere previste proroghe a detti termini, per casi eccezionali non riconducibili alla volontà dei beneficiari del fondo.

Ai sensi dell’art. 9 del decreto legislativo n. 123/1998, i contributi erogati e risultati indebitamente percepiti devono essere restituiti maggiorati del tasso ufficiale di riferimento vigente alla data di stipula dell’incentivo incrementato di 5 punti percentuali per il periodo intercorrente tra la data di corresponsione dei contributi e quella di restituzione degli stessi.

CUMULO DELLE SOVVENZIONI

Le sovvenzioni previste non sono cumulabili con qualsiasi altro incentivo a carico del bilancio regionale, statale o comunitario di cui al Regolamento CE n.1998/2006 della Commissione, concessa per lo stesso programma di investimento.

L’incentivo previsto dal presente Regolamento è cumulabile con qualsiasi aiuto di Stato purché riguardi spese ammissibili diverse da quelle già individuate.

MODALITÀ DI CONTROLLO E MONITORAGGIO

L’impresa beneficiaria dell’incentivo ha l’obbligo di rendersi disponibile, fino a tre anni dall’erogazione a qualsivoglia richiesta di controlli, di informazioni, di dati, di documenti, di attestazioni o dichiarazioni, da rilasciarsi eventualmente anche dai fornitori di servizi. La Regione Campania, anche attraverso la società in house, Sviluppo Campania, si riserva di svolgere verifiche e controlli in qualunque momento e fase della realizzazione egli interventi ammessi all’incentivo, ai fini del monitoraggio della misura, secondo quanto previsto dalla normativa vigente in merito.
L’investimento deve essere completato entro cinque mesi dall’erogazione dell’incentivo salvo la concessione di eventuali proroghe.

Transizione 5.0

CHI PUÒ ACCEDERE A TRANSIZIONE 5.0?

Il decreto ammette, sostanzialmente tutte le aziende “sane”. È però interessante registrare come i benefici di Transizione 5.0 riguardino tutti gli investimenti effettuati nel 2024 e nel 2025 (quindi anche quelli riferiti ai primi mesi di quest’anno). Possono quindi accedere ai benefici del Piano Transizione 5.0 “tutte le imprese residenti nel territorio dello Stato e alle stabili organizzazioni nel territorio dello Stato indipendentemente dalla forma giuridica, dal settore economico di appartenenza, dalla dimensione e dal regime fiscale, che negli anni 2024 e 2025 che effettuano nuovi investimenti in strutture produttive ubicate nel territorio dello Stato nell’ambito di progetti di innovazione che conseguono una riduzione dei consumi energetici. Restano invece escluse le imprese in stato di liquidazione volontaria, fallimento, liquidazione coatta amministrativa, concordato preventivo senza continuità aziendale, o sottoposte ad altra procedura concorsuale. Sono, inoltre, escluse le imprese destinatarie di sanzioni interdittive ai sensi del decreto legislativo 8 giugno 2001”.

INVESTIMENTI AGEVOLABILI

Poche le novità in merito alle categorie di investimenti agevolabili, che sono gli stessi già previsti da Industria 4.0 e definiti dagli Allegati A e B della Legge 232 dell’11 dicembre 2016. Mentre rimane tassativa l’interconnessione “al sistema aziendale di gestione della produzione o alla rete di fornitura, a condizione che, tramite gli stessi, i progetti di innovazione conseguano complessivamente una riduzione dei consumi energetici della struttura produttiva localizzata nel territorio nazionale non inferiore al 3 per cento o, in alternativa, una riduzione dei consumi energetici dei processi interessati all’investimento noi inferiore al 5%”

Quest’ultima è la principale novità tecnica del nuovo decreto in quanto, come già trapelato, nel caso di una riduzione complessiva a carico dell’impianto il risparmio energetico dovrà essere almeno del 3%, mentre la soglia minima è fissata al 5% nel caso di un intervento su uno specifico processo industriale.

Le agevolazioni e le specifiche si estendono anche a

  • a) I software, i sistemi, le piattaforme o le creazioni per l’intelligenza degli impianti, che garantiscono il monitoraggio continuo e la visualizzazione dei consumi energetici e dell’energia autoprodotta e autoconsumata, o introducono meccanismi di efficienza energetica, attraverso la raccolta e l’elaborazione dei dati anche provenienti dalla sensoristica IoT di campo (Energy Dashboard)
  • b) I software relativi alla gestione dell’impresa se acquistati unitamente ai software, ai sistemi o alle piattaforme di cui alla lettera a)

La nuova normativa apre, quindi, anche ai software di gestione, ma introduce la necessità che siano acquistati unitamente. Un aspetto, quest’ultimo, che dovrà essere chiarito, in riferimento al fornitore, alle tempistiche ed alle eventuali caratteristiche di efficientamento, anche operativo.

Nell’ambito dei beni agevolabili (al comma 5), la nuova norma introduce anche le soluzioni destinate alla produzione di energia (esplicitamente escluse dal Piano Transizione 4.0), ma a fronte di un investimento superiore a 40.000 euro. In questo contesto sono agevolabili:

  • Gli investimenti in beni materiali nuovi strumentali all’esercizio di impresa finalizzati all‘autoproduzione di di energia da fonti all’autoconsumo, ad eccezione delle biomasse, compresi gli impianti per lo stoccaggio dell’energia prodotta. Con riferimento ai moduli fotovoltaici, sono considerati ammissibili esclusivamente quelli di cui all’articolo 12, comma 1 lettere a) b) c) del decreto legge 9 dicembre 2023 numero 81.
  • Le spese per la formazione del personale previste dall’articolo 31, paragrafo 3, del regolamento (UE) n. 651/2014 della Commissione, del 17 giugno 2014, finalizzate transizione digitale ed energetica dei processi produttivi, nel limite del 10 per cento degli investimenti effettuati nei beni di cui al comma 4 e comma 5, lettera a), e in ogni caso sino al massimo di 300 mila euro, a condizione che le attività formative siano erogate da soggetti esterni individuati con decreto del Ministro delle imprese e del made in Italy di cui al comma 17 e secondo le modalità ivi stabilite.

Da questo elenco sono però escluse (comma 6), le attività che possono arrecare un danno significativo all’ambiente, come quelle direttamente connesse ai combustibili fossili, le discariche di rifiuti, gli inceneritori o gli impianti di trattamento meccanico biologico, oltre a quelle generano un’elevata dose di sostanze inquinanti classificabili come rifiuti speciali pericolosi.

ALIQUOTE PREVISTE DAL PIANO TRANSIZIONE 5.0

Abbasta complesso il quadro delle aliquote previste dal Piano Transizione 5.0 a fronte dei risparmi ottenuti e degli investimenti effettuati. Per semplicità riassumiamo i valori nella seguente tabella

Percentuale di riduzione dei consumi energeticiTipologia di investimentoImporto investimentoCredito d’imposta
3 – 6%Struttura produttivaSino a 2,5 milioni35%
3 – 6%Struttura produttivaDa 2,5 milioni a 10 milioni15%
3 – 6%Struttura produttivaDa 10 milioni a 50 milioni5%
5 – 10%ProcessoSino a 2,5 milioni35%
5 – 10%ProcessoDa 2,5 milioni a 10 milioni15%
5 – 10%ProcessoDa 10 milioni a 50 milioni5%
6 – 10%Struttura produttivaSino a 2,5 milioni40%
6 – 10%Struttura produttivaDa 2,5 milioni a 10 milioni20%
6 – 10%Struttura produttivaDa 10 milioni a 50 milioni10%
10 – 15%ProcessoSino a 2,5 milioni40%
10 – 15%ProcessoDa 2,5 milioni a 10 milioni20%
10 – 15%ProcessoDa 10 milioni a 50 milioni10%
>10%Struttura produttivaSino a 2,5 milioni45%
>10%Struttura produttivaDa 2,5 milioni a 10 milioni25%
>10%Struttura produttivaDa 10 milioni a 50 milioni15%
>15%ProcessoSino a 2,5 milioni45%
>15%ProcessoDa 2,5 milioni a 10 milioni25%
>15%ProcessoDa 10 milioni a 50 milioni15%

COME CALCOLARE LA RIDUZIONE DEI CONSUMI?

Il comma 9 specifica come calcolare la riduzione dei consumi, che “riproporzionata su base annuale, è calcolata rispetto ai consumi energetici registrati dall’esercizio precedente a quello di avvio di effettuazione degli investimenti, al netto delle variazioni dei volumi produttivi e delle condizioni esterne che influiscono sul consumo energetico per le imprese di nuova costituzione il risparmio energetico è calcolato rispetto ai consumi energetici medi annui riferibili a uno scenario controfattuale”. Su questo aspetto, specifica il decreto, dovranno però essere redatti una serie di decreti attuativi che definiscano:

  • i contenuti e le modalità di trasmissione delle comunicazioni, delle certificazioni e della documentazione richiesta
  • i criteri per determinare il risparmio energetico, anche in relazione al cosiddetto “scenario controfattuale”
  • i limiti di spesa ammissibili
  • i requisiti, anche in termini di indipendenza, imparzialità, onorabilità e professionalità dei soggetti autorizzati al rilascio delle certificazioni, oltre alle coperture assicurative di cui dovranno essere dotati
  • gli investimenti non ammissibili

COME ACCEDERE AL CONTRIBUTO TRANSIZIONE 5.0?

Per accedere al contributo, a differenza di quanto accade per il Piano Industria 4.0, le imprese devono presentare un’apposita comunicazione ex ante ed ex post al Mimit, sulla scorta di quanto meglio dettagliato al comma 17. Ma l’aspetto più delicato è legato al fatto che (comma 16) “Il riconoscimento del contributo è subordinato alla presentazione di apposite certificazioni rilasciate da un valutatore indipendente”. Toccherà quindi al valutatore indicare:

  • ex ante, la riduzione dei consumi energetici conseguibili tramite gli investimenti nei beni di cui al comma 4;
  • ex post, l’effettiva realizzazione degli investimenti conformemente a quanto previsto dalla certificazione ex ante e l’avvenuta interconnessione dei beni al sistema aziendale di gestione della produzione o alla rete di fornitura.

Le PMI possono però fruire del credito d’imposta anche per le spese sostenute, sino ad un costo massimo di 10.000 €, per l’attività di analisi e certificazione del valutatore indipendente.

COME UTILIZZARE IL CREDITO D’IMPOSTA?

Come per Industria 4.0, il credito maturato può essere utilizzato esclusivamente in compensazione. Il tutto, però, deve essere sfruttato entro il 31 dicembre 2025, mentre il credito rimanente andrà compensato in 5 quote annuali di pari importo. E’ inoltre interessante rimarcare come il Mimit, per poter effettuare i controlli, “prima della comunicazione ai soggetti beneficiari, trasmette all’Agenzia delle Entrate l’elenco delle imprese ammesse a fruire dell’agevolazione e l’importo del credito concesso”.

Il credito d’imposta concesso sarà comunque disponibile, per i beneficiari, 10 giorni dopo il provvedimento di concessione.

Come già avviene per il credito d’imposta 4.0, tutti i documenti di acquisto (ovvero fatture/leasing e DDT), dovranno contenere “l‘espresso riferimento alle disposizioni di cui al presente articolo”, ovvero quella che viene comunemente chiamata “dicitura 4.0”.

Scatta, inoltre, l’obbligo della certificazione delle spese effettuate rilasciata dal revisore contabile. Nel caso in cui l’azienda non disponga di tale figura, la certificazione viene rilasciata da un revisore legale dei conti o da una società di revisione legale dei conti. Per le imprese non obbligate per legge alla revisione legale dei conti, “la certificazione è rilasciata da un revisore legale dei conti o da una società di revisione legale dei conti”. I costi di certificazione possono fruire di un credito d’imposta sino ad una spesa massima di 5.000 €.

ATTENZIONE ALLA CUMULABILITÀ

A differenza di quanto definito nel caso del Piano Industria 4.0 / Transizione 4.0, il credito d’imposta Transizione 5.0 non è cumulabile con altre agevolazioni finanziate con fondi europei e con il credito d’imposta per gli investimenti in beni nuovi strumentali (Piano Industria 4.0) e nemmeno con il credito d’imposta per gli investimenti nella ZES unica.

Incentivi della regione Campania per investimenti in Macchinari ed Attrezzature con requisiti 4.0

CHE COSA PREVEDE?

Le agevolazioni concesse nella forma di strumento finanziario misto, a copertura del 100% del programma di spesa ammissibile sono ripartite come segue:

  • 50% delle spese ammissibili a titolo di contributo a fondo perduto;
  • 50% delle spese ammissibili a titolo di finanziamento a tasso zero.

Il programma di spesa deve essere compreso tra un importo minimo di 30.000,00 euro e un importo massimo di 150.000,00 euro

CHI SONO I BENEFICIARI?

  • Piccole imprese
  • Microimprese
  • Liberi professionisti titolari di P.IVA

QUALI SONO LE SPESE AMMISSIBILI?

  • Impianti e macchinari, macchine elettroniche, attrezzature hardware.
  • Opere di impiantistica, funzionali al miglioramento dell’efficienza energetica, adeguamento alle norme anti- Covid e alla riduzione delle barriere architettoniche (ammesse al 10% dell’investimento).
  • Spese per il conseguimento delle certificazioni (ISO l 4001. ISO5000 I. EMAS. [SO900 I. altre certificazioni connesse ad interventi di sicurezza e sostenibilità sociale ed ambientale, (ammesse al 10% dell’investimento).
  • Software, sistemi, piattaforme, applicazioni e programmi informatici.
  • Spese amministrative, spese per studi di fattibilità (nel limite massimo del 10%)

Fondo per le Eccellenze della Gastronomia e dell’Agroalimentare Italiano

CHE COS’È?

L’intervento è finalizzato a promuovere e sostenere le imprese di eccellenza nei settori della ristorazione e della pasticceria e a valorizzare il patrimonio agroalimentare ed enogastronomico italiano.

BENEFICIARI

Possono beneficiare delle agevolazioni le imprese regolarmente costituite ed iscritte come attive nel Registro delle imprese da almeno 10 anni, operanti:

  • nel settore identificato dal codice ATECO 56.10.11 (Ristorazione con somministrazione);
  • nel settore identificato dal codice ATECO 56.10.30 (Gelaterie e pasticcerie) e dal codice ATECO 10.71.20 (Produzione di pasticceria fresca).

SPESE AMMISSIBILI

Rientrano le spese sostenute per macchinari professionali e beni strumentali all’attività di impresa, nuovi di fabbrica, organici e funzionali e acquistati alle normali condizioni di mercato da terzi che non hanno relazioni con l’impresa.

ENTITÀ E FORMA DELL’AGEVOLAZIONE

Il fondo prevede l’erogazione di un contributo in conto capitale non superiore:

  • al 70% (settanta per cento) delle spese totali ammissibili;
  • a 30.000 (trentamila/00) euro per singola impresa.

PRESENTAZIONE DOMANDE

La domanda di agevolazione potrà essere presentata a far data dalle ore 10.00 del 01 Marzo 2024 e fino alle ore 10.00 del 30 Aprile 2024.

Scoperta imprenditoriale

APERTURA SPORTELLO

Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha fissato i termini di apertura e le modalità di presentazione delle domande riguardanti la misura “Scoperta imprenditoriale”, a seguito del decreto del 13 luglio firmato dal ministro Urso.

A CHI E’ RIVOLTO?

L’intervento agevolativo ha come obiettivo il sostegno dei progetti di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale delle piccole e medie imprese della Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia coerenti con le aree tematiche della Strategia nazionale di specializzazione intelligente.

“RICERCA, INNOVAZIONE E COMPETITIVITÀ”

Le risorse stanziate dal MIMIT ammontano a 300 milioni di euro, a valere sul programma nazionale “Ricerca, Innovazione e Competitività per la transizione verde e digitale 2021-2027”.

Oltre al finanziamento agevolato, gli incentivi saranno concessi nella forma del contributo diretto alla spesa, per una percentuale nominale dei costi e delle spese ammissibili articolata sulla base della dimensione dell’impresa proponente: 35% per le imprese di piccola dimensione; 30% per le imprese di media dimensione; 25% per le imprese di grande dimensione.

Agli Organismi di ricerca sarà concesso un contributo diretto alla spesa pari al 60% dei costi e delle spese ammissibili per attività di ricerca industriale e pari al 40% di sviluppo sperimentale.

LINK DI ACCESSO

Dal 7 febbraio, le imprese che esercitano attività industriali, agroindustriali, artigiane, di servizi all’industria e i Centri di ricerca, potranno inviare le istanze per l’accesso agli incentivi allo sportello online di Mediocredito centrale, gestore della misura per conto del Ministero.

Già a partire dal 24 gennaio i soggetti interessati potranno precompilare le domande tramite la procedura informatica disponibile al link https://fondocrescitasostenibile.mcc.it/mise-fcs/.

I progetti, da realizzare in forma collaborativa, devono prevedere spese e costi ammissibili del valore compreso tra 1 milione di euro e 5 milioni. L’accesso alle agevolazioni avverrà mediante procedura valutativa a sportello.

Incentivi alle imprese

In cosa consiste il Ddl Incentivi?

Si tratta di una profonda revisione organica degli incentivi, con un nuovo sistema delle agevolazioni omogeneo, semplice, funzionale ed efficace. Un provvedimento collegato alla manovra di delega al Governo in materia di revisione del sistema degli incentivi alle imprese, semplificazione delle procedure e disposizioni relative alle attività economiche.

È prevista una riforma fondamentale: ci sono più di 2mila tipologie di incentivi, un terzo dei quali sono di carattere nazionale e due terzi di carattere regionale. Semplificazione e digitalizzazione delle procedure nell’ambito di un univoco registro nazionale degli aiuti di Stato sono dunque i punti cardini.

Rivisto il sistema degli incentivi alle imprese

I principi e i criteri direttivi generali sono:

  • La revisione del sistema degli incentivi alle imprese, oggi troppo numerosi e frammentati. Una giungla di quasi 2.000 agevolazioni, di cui 229 sul piano nazionale e 1.757 a livello regionale, che spesso complica la vita delle imprese, in particolar modo quelle piccole e medie o quelle straniere che vogliono investire in Italia, limitando al contempo l’efficacia delle misure sul sistema produttivo;
  • La valorizzazione del contributo dell’imprenditoria femminile;
  • L’introduzione di un Codice degli incentivi, definendone principi e criteri direttivi;
  • La messa a regime e la valorizzazione della piattaforma telematica “Incentivi.gov.it”, trasparenza delle procedure e digitalizzazione, semplicità, uniformità e accessibilità ai contenuti;
  • Viene inoltre affermato il principio della parità d’accesso agli incentivi per i professionisti, grazie a un emendamento riformulato dal governo che ne ha previsto l’equiparazione alle imprese nell’ammissione alle misure.

Incentivi più mirati e selettivi

L’offerta di aiuti con risorse pubbliche sarà più selettiva rispetto al passato. Le agevolazioni saranno prevalentemente destinate alle aree meno sviluppate del Paese (con un tasso di disoccupazione superiore al 20%).

I settori promossi sono quelli delle:

-Tecnologie innovative,
-Intelligenza artificiale,
-Elettronica,
-Informatica,
-Robotica e automazione

a cui si aggiungono gli investimenti nel campo della ricerca per innovazione e sviluppo, della transizione ecologica e della salvaguardia dell’ambiente.

Direttive Europee

Nella distribuzione degli aiuti viene inoltre aggiunta la necessità di valutare anche le dimensioni di impresa con riferimento alla definizione dell’Unione europea di piccola e media impresa, di piccole imprese a media capitalizzazione e di imprese a media capitalizzazione.

Per tale motivo i principi per il coordinamento con gli incentivi regionali dovranno essere in linea con la politica di coesione europea.

Voucher ai minori per l’accesso gratuito all’attività sportiva

A CHI È RIVOLTO

È un bando pubblico per le famiglie, finalizzato all’assegnazione di voucher ai minori di età compresa tra i 6 e i 15 anni per l’accesso gratuito all’attività sportiva per l’anno 2023-2024.

Gli obiettivi sono:

  • sviluppare concretamente il principio del diritto allo sport per tutti;
  • agevolare le famiglie che appartengono a fasce di reddito medio-basse nel sostenere le spese di iscrizione e di partecipazione dei propri figli a corsi, attività e campionati sportivi organizzati da associazioni e società sportive dilettantistiche;
  • scongiurare il forzato abbandono della pratica motoria e sportiva dei minori che rientrano nella fascia di età compresa tra i 6 e i 15 anni;
  • definire una priorità per i minori con disabilità fisico-motoria, cieca, sorda e intellettiva relazionale.

MODALITÀ DI EROGAZIONE

I minori beneficiari, devono, essere parte di un nucleo familiare che rientra nei seguenti parametri, come attestato dalla certificazione ISEE rilasciata dall’INPS:

  1. ISEE fino a 17.000,00 € se un nucleo familiare ha fino a tre figli;
  2. ISEE fino a 28.000,00 € se il nucleo familiare è composto da quattro o più figli.

Il nucleo familiare del genitore/tutore che presenta l’istanza, deve essere in possesso dei seguenti requisiti:

  • essere cittadino italiano o dell’Unione europea o in possesso di regolare permesso di soggiorno di lungo periodo o avere lo status di rifugiato politico o di protezione sussidiaria;
  • essere residente in un Comune della Campania;
  • aver effettuato la preiscrizione presso una delle associazioni o società sportive presenti nell’elenco di quelle che hanno manifestato la propria volontà di partecipare al progetto.